CASTELLABATE, note
di storia locale — Anche se Omero accenna per primo
alle coste dell'odierna Castellabate, la storia di questo territorio
è legata soprattutto a san Costabile Gentilcore, IV abate
della Ss.ma Trinità di Cava de' Tirreni. Nel medesimo anno
in cui fu elevato alla dignità di abate, egli avviò
i lavori di costruzione del Castello dell’Angelo (10 ottobre
1123), che, successivamente intitolato proprio a lui, diede origine
al nome del borgo: Castrum Abbatis, lo castello de lo abbate,
castello dell’abbate, Castellabate.
L’abbaziato di Costabile durò poco. Si spense, infatti,
il 17 febbraio 1124. Il successore, l'abate Simeone, completò
la costruzione del maniero e aiutò sempre la popolazione.
Col passare del tempo, Castellabate divenne la più importante
baronia del Cilento.
Ma procediamo celermente, fino a giungere al 1800, con questa
pagina tratta da un volume dello storico Pietro Ebner. “Nel
1553 la regia corte vendette Castellabate al noto giurista Marino
Freccia, il quale anni dopo vendette i beni acquistati a Carlo
Caracciolo. Castello e casale passarono poi alla famiglia Loffredo
e da questa ai Filomarino dei conti della Rocca d’Aspide).
Nel 1619 fu chiesto l’assenso alla vendita dell’erbaggio
con la fida in tutto il territorio del castello dell’Abbate
fatta da Francesco Matarazzo, figlio ed erede di Alessandro e
Tommaso Filomarino della Rocca. Il feudo passò poi alla
famiglia Acquaviva dei conti di Conversano. … Successivamente…
passò alla famiglia Granito che nel ‘700 lo possedeva
con titolo di marchese, ottenuto il 29 novembre 1745. Il feudo,
con la portolania di Omignano e altre giurisdizioni sulle terre
di Rocca di Cilento, Montecorice, S. Maria a Mare, Rutino e S.
Lorenzo passò poi per successione (20 luglio 1767) di Paride,
al figlio Angelo e da questo al figlio Luigi… Non avendo
avuto discendenti il titolo passò al secondogenito del
fratello Gioacchino… e quindi al figlio di quest’ultimo,
Angelo (n. 21 ottobre 1782 m. 29 giugno 1861). Quest’ultimo
sposò la nobile Paolina Pignatelli, principessa di Belmonte,
…dalla quale ebbe Gioacchino (2 novembre 1849) che con lettere
Patenti 3 aprile 1887 ottenne di assumere… i titoli di principe
di Belmonte…”. [...]
Lentamente, in seguito al riconquistato rapporto col mare, molti
abitanti di Castellabate si diedero alla pesca. Un po’ alla
volta l’economia del luogo, a prevalenza agricola, andò
trasformandosi: verso la fine del XIX secolo, alla pesca –
ormai divenuta una delle principali fonti di reddito – si
affiancarono altre attività. “Il riferimento scontato
va necessariamente al terziario, il quale portò nelle marine
di Castellabate la nascita della cantieristica navale… e,
non per ultima, quella della conservazione e diffusione nel mercato
nazionale del pesce insaccato e sottosale”. [di Sara Scognamillo] |